Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento del sito. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

ok, ho capito

Libri Stregati 2025

Ricordi di suoni e di luci

di Renato Martinoni

Sala 23, Collezione Castellani, Anfora a figure nere

 

Renato Martinoni, Ricordi di suoni e di luci, Manni Editore

“Sei anni prima, dopo essere tornato dal Sudamerica, mentre era in prigione a Bruxelles, chissà come e perché ci era arrivato, il passaggio di una cometa, nell’universo profondo di alcune notti, gli ha rivelato la strada maestra. Con l’imprevedibilità e la potenza di un fulmine. «Sono un poeta», si è detto magnetizzato dalla visione di quel miracolo lontano. Dentro la luce della cometa gli è parso di vedere la Chimera. Anzi, l’ha vista per davvero. Ha sentito un calore nel petto e ha ripetuto: «Ora so di essere un poeta».” (p.53)


“«Posso restare fino a domenica?» «Non dite no, vi prego». «Siamo i poeti della notte». «Accettatemi come amica». «Sarò la vostra Musa». «Voglio essere la vostra Chimera».” (p.81)

 

 

Il libro di Renato Martinoni è la storia romanzata della vita di uno dei più grandi poeti del Novecento, Dino Campana, un vissuto intenso fatto di vagabondaggi, carcere, ricoveri in manicomio, avventure d’amore e una sconfinata e ardente passione per la poesia.
I brani scelti sono esemplificativi del valore che, nella storia, il poeta attribuisce alla Chimera, simbolo stesso della poesia, ma anche della donna che ha tumultuosamente amato. La Chimera è per Dino Campana l’immagine della donna ideale, del desiderio assoluto, e al tempo stesso della dimensione misteriosa della poesia stessa. Protagonista nella vita e nelle suggestive visioni del poeta, la Chimera è anche molto diffusa nell’iconografia antica, come mostro mitologico con il corpo e la testa di leone, la coda di serpente e una testa di capra nel mezzo della schiena. Secondo il mito la Chimera seminava il terrore in Licia, dove distruggeva i raccolti sputando fuoco, ma fu affrontata e uccisa dall’eroe Bellerofonte sul cavallo alato Pegaso, donatogli dalla dea Atena. Dunque secondo la tradizione la Chimera, che “vomitava fuoco ardente” (dettaglio escluso dalla statuaria ma variamente rappresentato sui rilievi e sulle pitture), incarna la forza distruttrice, così come nella vita del poeta Dino Campana si è rivelata distruttiva la costante ricerca, per tutta la sua folle esistenza, della Poesia nella sua dimensione ideale.

Si suggerisce per questo il legame con l’anfora, proveniente da Cerveteri, attribuita al Pittore British Museum, attivo nella bottega di Nikosthenes nel terzo quarto del VI secolo a.C., che appartiene alla Classe di Bellerofonte. Questa anfora fa parte della Collezione Castellani ed è esposta nell’emiciclo del Museo, sala 23, con il numero 21. Sul lato A (quello visibile) è raffigurata proprio la Chimera nella sua iconografia classica, mentre sul lato B Pegaso, che probabilmente portava in groppa l’eroe Bellerofonte.

testo di Mafalda Risoluti

Condividi su
facebook twitter
let's talk

Dialoga con il museo

Scrivici o seguici
facebook
instagram
twitter
youtube

Seguici sui social

newsletter

Iscriviti per sapere tutto sulle nostre attività

contattaci

Scrivici e contattaci.
Guarda chi siamo e di cosa ci occupiamo