Elvio Carreri - Poveri a noi - Ventanas
“Mi guardavo allo specchio alla stregua di una buffa maschera di teatro che in lunghissimi soliloqui con tanto di simbolo fallico in mano si interrogava sulla genesi della propria virilità”. (p.53)
A parlare è il protagonista Libero, che riflette sulle proprie capacità amorose. Libero quando era ragazzo aveva assistito, senza intervenire, a un pestaggio nei confronti di un altro compagno di scuola, di nome Plinio e, tormentato dai sensi di colpa, aveva stretto amicizia con lui. Il romanzo esplora questo rapporto reciproco di protezione, che si modifica quando Libero, dopo un’esperienza fallimentare come insegnante nella scuola pubblica, decide di cominciare a insegnare in carcere ai detenuti, cercando di appassionarli alla letteratura. Qui incontra Letizia, psicologa del carcere e si innamora di lei, in un rapporto influenzato anche tra le differenze tra Bari, dove vive Libero, e la Valle d’Itria, da dove proviene la ragazza. Ed è proprio una festa, organizzata da Letizia e alla quale Libero e Plinio sono invitati, che segna la fine tragica del romanzo, perché a causa della madre di Plinio, implicata in traffici poco onesti, il ragazzo viene nuovamente picchiato e Libero, che stavolta interviene in sua difesa, subisce la stessa sorte.