Anfora a figure nere, Pittore di Priamo, 520 circa a.C. Da Cerveteri, Tomba 610 o Martini Marescotti.
Su un lato dell’anfora, diverse figure femminili prendono parte ad una animata scena di bagno in uno specchio d’acqua compreso fra due rocce. Al centro è un alto podio che poggia su una base più larga. La figura femminile alla sinistra del podio è rivolta verso un’altra che le parla dall’alto. Ai piedi della roccia di sinistra una donna sotto un rivolo d’acqua è intenta a pettinarsi i capelli, mentre un’altra si tuffa fra le onde. Una figura femminile, sul podio, si guarda indietro; alla base è una donna con i capelli raccolti da un tessuto avvolto e un’altra è ritratta mentre esce dal bagno. La scena è completata da alberi frondosi a cui sono appesi le vesti insieme a spugne e a contenitori di unguenti.
Le scene di bagno femminile, attraverso il potere purificatore dell’acqua, rappresentano l’anticipazione dell'unione matrimoniale e al tempo stesso un cambiamento di stato, un passaggio alla vita adulta. Questa insolita scena di bagno corale, che va integrata con l’immagine di vendemmia sul lato opposto, dominata dalla figura di Dioniso attorniato dai satiri, rimanda ad un'unione sacra e iniziatica che, attraverso il culto, poteva anche essere funzionale alla transizione di stato per eccellenza e al superamento della morte.
testo di Valentina Belfiore