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Libri Stregati 2025

La signora Meraviglia

di Saba Anglana

Sala 2, Vulci, Urna a capanna in bronzo
ETRU image

Saba Anglana, La signora Meraviglia, Sellerio

 

«Il tuo corpo farà di tutto per fermarti e guardare indietro.
Tu e la tua discendenza come una malattia sentirete la lontananza,
e così tanti saranno i passi che il ritorno non avrà più la sua casa.
Ma tu ora guarisci, e fai camminare il cammino». (p. 268)

 

Tre donne, tre generazioni, tre Paesi con le loro culture. Saba Anglana tesse una trama tra passato e presente, dove filo conduttore è lo sradicamento, imposto dalla sopraffazione dell’uomo sul suo simile, in prossimità della terra, culla primigenia del genere Homo, che tutti ci accomuna. Uno sradicamento ripetuto, che originerà violenze, traumi, spaesamenti, fatiche, ingiustizie, diffidenze; ma anche figli e nipoti, incontri, relazioni, possibilità, determinazione e, infine, una nuova casa, nuove radici. Dunque, nuovo nutrimento, nuova vita.

Urna cineraria in lamina di bronzo, VIII sec. a. C., Vulci da contesto sconosciuto

Urna cineraria in lamina di bronzo, VIII sec. a. C., Vulci da contesto sconosciuto

Delle abitazioni etrusche si sono conservate scarsissime tracce perché realizzate in materiali deperibili, ma fortunatamente le tombe ci aiutano a ricostruirne l’aspetto. I Rasna (così gli Etruschi chiamavano sé stessi) concepivano infatti la morte come passaggio verso un’altra dimensione, dove l’esistenza continuava. Il defunto necessitava quindi di una sepoltura adeguata, che possibilmente ricordasse la casa, con i beni utili alla quotidianità, anche per mostrare il proprio status sia agli dei dell’aldilà sia al gruppo familiare e alla comunità d’appartenenza.
 

L’urna cineraria in lamina di bronzo da Vulci (VIII sec. a.C.) riproduce una vera capanna coeva: forma ovale, struttura in pali di legno, pareti in argilla impastata con fibre vegetali, porta apribile, tetto in frasche vegetali, sorretto da una grande trave centrale e tenuto fermo da travetti incrociati. La decorazione con simboli solari e "uccelli acquatici" - pure combinati nel motivo detto “barca solare” - richiama il viaggio verso l’ignoto, nonché la ciclicità del tempo e dei fenomeni naturali, nella quale scorre l’esistenza umana (il sole ogni sera scompare sotto l’orizzonte, ma sorge di nuovo il mattino successivo; gli uccelli alla fine della bella stagione migrano verso luoghi sconosciuti, per poi ritornare assieme alla primavera).
In ciò si riflettono le dinamiche della vita, allora come oggi: quando la memoria familiare e le nostre radici trovano casa e cittadinanza nella comunità in cui viviamo, si consolida l’identità personale e la società evolve, facendo “camminare il cammino” di tutti e di ciascuno.

testo di Francesca Mazzoncini

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