Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento del sito. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

ok, ho capito

i capolavori del museo

Altorilievo di Pyrgi

{ torna a tutti i capolavori }

Sono rarissimi in Etruria i casi in cui è stato possibile documentare e recuperare quasi integralmente un frontone di epoca classica: dato che tutti i resti fino ad oggi noti sono più recenti, si tratta di un’opera di straordinaria rilevanza, sia per il luogo in cui è stata rinvenuta, il santuario del porto di Cerveteri, sia per il soggetto raffigurato. 

Siamo davanti alla facciata di un antico tempio etrusco, di cui vediamo la decorazione del frontone. Quest’opera è realizzata in terracotta dipinta, ma i resti del colore originario si conservano soltanto in alcuni tratti.

Il restauro ha riassemblato oltre 2000 frammenti. Infatti, una volta finito sotto terra, il rilievo è stato danneggiato dalle arature che, tuttavia, sono state anche la causa della scoperta e dell’avvio degli scavi.

Le scene rappresentate sono molto vivaci e anche violente: sono legate alla storia di due fratelli che si contendono il trono dell'importante città greca di Tebe, ognuno aiutato dai propri seguaci. Ma non vincerà nessuno e finiranno per uccidersi l’uno con l’altro.

Il mito raffigurato è quello dei “Sette contro Tebe”, soggetto di importanti tragedie. Il mito racconta la contesa per il trono di Tebe da parte dei due gemelli Eteocle e Polinice, figli di Edipo. I due avrebbero dovuto alternarsi nel regnare, ma Eteocle non restituisce il regno al fratello e Polinice insieme a sette eroi attacca Tebe. 

Nell’episodio in basso al centro si vede uno dei sostenitori di Polinice, Tideo, mentre morde brutalmente il cranio del tebano Melanippo. Questo terribile gesto provoca il disgusto di Atena, riconoscibile sullo sfondo a sinistra, che si ritrae e nasconde l’ampolla dell’immortalità che lo avrebbe salvato.

A destra Capaneo, dopo esser riuscito a espugnare le mura di Tebe, osa imprecare contro gli Dei e viene fulminato da Zeus, in alto al centro della composizione.

Vista lateriale del Sarcofago degli Sposi

Nella prima metà del V secolo a. C. un artista etrusco ha sintetizzato con grande drammaticità il racconto di una lotta fratricida, dalla quale non emergerà nessun vincitore, rendendo perfettamente nell’argilla ciò che i Greci definivano kairos (καιρός), il "momento giusto", quello in cui si decide il destino delle persone. 

Al contempo vengono esaltati gli ideali di civiltà contrapposti alla barbarie, rappresentata dalle figure nude e bestiali di Tideo e Capaneo, che con il loro comportamento hanno mostrato disprezzo verso gli dei e le leggi degli uomini, peccando di tracotanza, di hybris (ὕβρις).

Quest’opera evidenzia l’abile maestria degli Etruschi nel lavorare l’argilla (coroplastica) plasmando non solo rilievi, ma anche statue e sarcofagi.  L’argilla, grazie alla sua malleabilità, permette all’artista di creare opere dai forti effetti chiaroscurali, capaci di restituire tridimensionalità e immediatezza alla rappresentazione. 

L’altorilievo frontonale proviene dal Tempio A di Pyrgi che molti studiosi ritengono fosse consacrato alla dea Leucotea, la “dea bianca”, dai Romani assimilata a Mater Matuta, dea profondamente legata ai riti di passaggio e transizione, come la nascita e l’aurora.

Nel 1996 il rilievo è stato oggetto di un imponente restauro che, nonostante lo stato di frammentarietà in cui si trovava il pezzo, ha consentito una sua compiuta ricostruzione e una esaustiva interpretazione dell'iconografia del mito. 

Si tratta dello stesso mito che contemporaneamente veniva messo in scena ad Atene da Eschilo nei Sette contro Tebe, ma la raffigurazione presenta alcune varianti che consentono di collegarlo piuttosto all’opera di un poeta greco del secolo precedente, Stesicoro attivo in Sicilia. Questa circostanza documenta le profonde conoscenze letterarie degli Etruschi in grado non solo di interpretare, ma anche di riutilizzare per i propri scopi artistici e ideologici l’immaginario mitico dei Greci.

let's talk

Dialoga con il museo

Scrivici o seguici
facebook
instagram
twitter
youtube

Seguici sui social

newsletter

Iscriviti per sapere tutto sulle nostre attività

contattaci

Scrivici e contattaci.
Guarda chi siamo e di cosa ci occupiamo