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Etru a Casa - Protagonisti

Angiolo Pasqui

2 Giugno 2020

di Luca Mazzocco

Ripercorriamo la storia del nostro museo attraverso le imprese di un'altra importante figura di studioso del nostro passato: Angiolo Pasqui.

Egli ha legato il suo nome ad alcune fortunate indagini di scavo, come quelle di Falerii e Narce che hanno rappresentato dei momenti fondamentali per la costituzione delle prime raccolte del nostro museo, con ritrovamenti famosi, come le kylikes con Dioniso e Arianna.

Ritratto di Angiolo Pasqui (da Bollettino d'Arte 1915)

Ritratto di Angiolo Pasqui (da Bollettino d'Arte 1915)

Nasce ad Arezzo l'8 settembre 1857 e, dapprima si dedica agli studi tecnici, che saranno utili negli scavi che farà in seguito, ma ben presto si rivolge agli studi classici, complice anche l’amicizia con Gianfrancesco Gamurrini, archeologo suo concittadino. I suoi interessi sono molteplici; infatti, in collaborazione con il fratello Ubaldo, realizza una monografia in cui descrive le chiese di Arezzo.

Successivamente viene nominato segretario del Regio Commissariato delle Antichità per l’Etruria e l’Umbria, preludio a quella che sarà la sua carriera ministeriale, che lo porterà a diventare Ispettore presso la Direzione Generale Antichità e Belle Arti. In questo periodo, lavorando spesso assieme a Adolfo Cozza, svolge molteplici scavi a Tarquinia, Bisenzio e Terni, scoprendo parte della Necropoli delle Acciaierie, i cui materiali sono conservati a Villa Poniatowski, ed elaborando il progetto della Carta Archeologica d’Italia.

Reperti dalla Necropoli delle Acciaierie di Terni

Reperti dalla Necropoli delle Acciaierie di Terni

Egli collabora anche all’allestimento del nostro museo ed è per questo motivo che alcuni anni dopo, quando il Museo è coinvolto nel cosiddetto “scandalo di Villa Giulia”, ovvero nell’accusa rivolta da alcuni archeologi, tra cui Domenico Comparetti e Wolfgang Helbig, a Felice Barnabei di aver alterato i corredi provenienti dallo scavo di Narce, Pasqui riceve l’incarico di rivederne gli inventari e di compilare una relazione in cui presenta la situazione che vede e propone alcuni interventi, che saranno realizzati successivamente.

Nel frattempo Pasqui continua la sua attività sul campo dirigendo lo scavo della villa pompeiana della Pisanella a Boscoreale, nota per il suo fantastico tesoro di argenteria, oggi conservato al Louvre, e portando avanti l’opera di ritrovamento dell’Ara Pacis di Augusto.

Negli ultimi anni della sua vita, quando ricopre l’incarico di Direttore dell’Ufficio per gli scavi di Roma, porta alla luce i resti della villa di Orazio a Licenza, prima di morire il 15 ottobre 1915.

 

 

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