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Etru a Casa - Cerveteri e Pyrgi

Anfora attica con Eracle e l’Idra di Lerna

11 Maggio 2020


di Maria Paola Guidobaldi

Anfora attica a figure nere con Eracle e l’Idra di Lerna (530-500 a.C.), Tomba Martini Marescotti 610, Cerveteri, Necropoli di Monte Abatone

Anfora attica a figure nere con Eracle e l’Idra di Lerna (530-500 a.C.), Tomba Martini Marescotti 610, Cerveteri, Necropoli di Monte Abatone

Questa prima giornata della Museum Week è dedicata agli Eroi

Per trovare quelli moderni non c'è bisogno di andare lontano. Basta entrare nei nostri ospedali dove medici, infermieri e tutto il personale sanitario sono in prima linea per combattere questa emergenza. E noi vogliamo celebrarli con un eroe senza tempo: Eracle alle prese con l'uccisione dell'Idra di Lerna. 

E' la seconda delle 12 fatiche inflitte da Euristeo a Eracle per espiare la colpa della strage compiuta su moglie e figli in preda alla follia ispiratagli dalla dea Hera e che nel loro complesso simboleggiano la lotta fra l’uomo e la natura nei suoi aspetti più selvaggi e crudeli. La troviamo rappresentata su un’anfora attica a figure nere, attribuita al Pittore di Michigan, dal corredo di una tomba della necropoli di Monte Abatone di Cerveteri.
Ma chi era l'Idra?

L’Idra era un mostro terribile e velenosissimo, figlio di Echidna e di Tifone che viveva nella palude di Lerna, in Argolide (Grecia). Il fiato pestilenziale che spirava dalle sue teste (da cinque a cento, secondo gli autori antichi) impestava l’aria e provocava morte, così come il contatto con il suo sangue o con le sue orribili orme. Tutte le teste, anche se recise con la spada, rinascevano in numero doppio e una di esse era immortale.

La prova a cui era chiamato l’eroe era dunque davvero immensa ed egli riuscì a sconfiggere il mostro chiamando in soccorso il nipote Iolao: mentre l’eroe, recisa ogni testa, teneva fermo il mostro, Iolao cauterizzava ogni ferita con tizzoni ricavati dal fuoco appiccato nella vicina foresta. La testa immortale fu invece tagliata e schiacciata con un enorme masso, sotto cui fu sotterrata. Nel sangue del mostro, Eracle immerse poi le sue frecce, rendendole in tal modo velenose alla minima scalfittura.

Come l’Idra di Lerna, ma con l’aggravante di essere invisibile e perciò ancor più insidioso, il Coronavirus sta contagiando la Terra e i nostri eroi combattono coraggiosamente ogni giorno per estirparlo. Ma questa storia ci insegna anche che, così come perfino Eracle ebbe bisogno dell’aiuto del nipote Iolao per sconfiggere il mostro, i nostri eroi hanno bisogno dell’aiuto di tutti noi perché l’emergenza possa essere superata: non commettere imprudenze e rispettare le regole che ci vengono date è l’unico modo per proteggerci l’un l’altro e per uscire dal buio, in cui da un giorno all’altro siamo precipitati, più forti, più responsabili e solidali.

 

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