Cose mai viste
Una necropoli etrusca
Una necropoli etrusca. Documenti d’archivio dello scavo del Sorbo. Tra i molti scavi di cui il Museo conserva la documentazione, meritano senz’altro menzione le indagini condotte dalla Soprintendenza, tra il 1911 e il 1912, nella necropoli del Sorbo, situata nei pressi del moderno paese di Cerveteri.
La necropoli testimonia, infatti, le prime fasi di occupazione di quella che sarebbe divenuta una delle metropoli dell’Italia antica, l’etrusca Cisra. Uno dei contesti più interessanti rinvenuti in questo sepolcreto, risalente alla seconda metà del IX sec. a.C., è esposto nella sala 9
L’archeologo Raniero Mengarelli
Le ricerche furono condotte dal Direttore degli Scavi per i Mandamenti di Civitavecchia e Tolfa, Raniero Mengarelli, figura di spicco dell’archeologia italiana del tempo, che documentò lo scavo con fotografie e taccuini.

Raniero Mengarelli (1865-1943), Direttore degli Scavi. Archivio Fotografico ETRU Museo Nazionale Etrusco

Necropoli del Sorbo, tombe a pozzetto scavate nel tufo. Archivio Fotografico ETRU Museo Nazionale Etrusco
Immagini dallo Scavo
In questa immagine d’archivio, si possono vedere gli scavatori intenti a portare alla luce alcune tombe. Sulla base dei dati archeologici emersi, sappiamo che la necropoli venne utilizzata a partire dal momento conclusivo dell’età del Bronzo finale (X sec. a.C.) e per tutta l’età del Ferro (IX-VIII sec. a.C.). Il rituale prevalente era quello della cremazione dei defunti, caratteristico del mondo villanoviano e raro in altre culture coeve, come ad esempio quella laziale.
Taccuino Mengarelli, 13 febbraio 1911. Archivio Documenti ETRU Museo Nazionale Etrusco
Il taccuino di scavo
A quel tempo gli scavi venivano documentati, riportando su taccuini, giorno per giorno, la descrizione delle scoperte, corredate di schizzi misurati realizzati con grande accuratezza.
Cerveteri, Necropoli del Sorbo, tomba 2. Seconda metà IX sec. a.C. Archivio Fotografico ETRU Museo Nazionale Etrusco
In data 13 febbraio 1911, venne riportata alla luce nella Tomba 2, un pozzetto scavato nel tufo, nel quale era stata deposta una custodia tufacea, al cui interno era conservata un’urna cineraria biconica chiusa da un coperchio conformato a elmo, decorato a lamelle metalliche (riconoscibili da tracce residue), con l’apice che imita il tetto di una capanna. Essa conteneva i resti bruciati di un uomo morto a circa 30/40 anni, come recenti analisi antropologiche hanno dimostrato.
Nell’urna era stata deposta una piccola spilla (fibula) del tipo ad arco ingrossato, mentre un punteruolo in bronzo con manico in osso era stato collocato nella custodia di tufo.
Nel museo
La tomba, databile nella seconda metà del IX sec. a.C., è esposta nella sala 9.
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