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Da Falerii a Veio: antiche comunità lungo la valle del Tevere

25 Settembre 2020 - ore 11

Visita guidata alle collezioni del Museo

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Venerdì 25 settembre alle ore 11, Alessia Argento, funzionario archeologo del Museo, vi accompagnerà a conoscere i manufatti conservati nella sezione di Falerii e di Veio.

La visita guidata è compresa nel costo del biglietto. Prenotazione obbligatoria all'indirizzo mn-etru.comunicazione@beniculturali.it

In un paesaggio di formazione vulcanica, inciso da fiumi e torrenti, affluenti del Tevere, sorgono, a partire dall’VIII sec. a.C. , i principali centri dell’Agro falisco e capenate: Falerii, Narce, Capena. Disposti su alture tufacee, controllano i percorsi fluviali attraverso i quali si riforniscono e smistano metalli e prodotti, nell’ambito di commerci “internazionali”, in alternativa alle rotte costiere e in stretta connessione con il ruolo dell’importante città etrusca di Veio.
Nella sala 32 del Museo si trova esposto un corredo databile alla metà dell’VIII sec. a.C., rinvenuto nella necropoli dei Tufi, situata ai piedi della collina di Narce,  e risalente al periodo più antico dell’abitato falisco.
Si tratta di una grande olla - vaso panciuto privo di anse – che conteneva le ceneri di una donna di circa 30-40 anni, accompagnata da un piccolo servizio di quattro vasi in impasto, da oggetti d’ornamento personale e da una fuseruola, strumento utilizzato per la filatura e la tessitura.
Sopra l’olla era adagiata una scodella capovolta, caratterizzata da una decorazione di lamelle metalliche applicate. 
Il cinerario era circondato da una cintura in lamina bronzea decorata con motivi di cerchi concentrici, barche solari stampigliate e piccole anatre che rappresentano una delle prime formulazioni di un motivo decorativo che troverà grande fortuna nelle oreficerie del periodo orientalizzante antico.
E’ presumibile che la defunta appartenesse a un’elevata classe sociale, come sembra indicare, oltre alla preziosa cintura, anche la ricca parure di gioielli, costituita da numerose fibule (due delle quali deposte all’interno del cinerario), da pendagli in materiale pregiato, da vaghi d’ambra e figurine in faïance.
E’ ipotizzabile che il cinerario fosse stato adornato con la cintura - e forse con un tessuto che non ci è pervenuto - secondo un rito ben documentato nel mondo italico a partire dal IX sec. a.C., che prevedeva la vestizione dell’ossuario con drappi e ornamenti per la sepoltura di personaggi maschili e femminili di spicco.

In foto: Narce. Necropoli “I Tufi”, Tomba 1 (VIII). Olla cineraria, metà VIII sec. a.C. Sala 32.
© Archivio fotografico. Foto Mauro Benedetti.
 

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