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Etru a Casa - Villa Poniatowski

Le origini di Villa Poniatowski

27 Novembre 2020

di Luca Mazzocco

Apriamo le porte di questa residenza, sede di alcune straordinarie collezioni del Museo per una visita guidata virtuale, per continuare a raccontarvi i tesori custoditi. Il nostro "Speciale Villa Poniatowski" parte dalle origini della villa e dalle sue prime testimonianze figurative.

Affresco dell’Appartamento della Guardia Nobile in Vaticano, da Francia, Le stanze nuove del Belvedere nel palazzo apostolico Vaticano, Roma 2011.

Affresco dell’Appartamento della Guardia Nobile in Vaticano, da Francia, Le stanze nuove del Belvedere nel palazzo apostolico Vaticano, Roma 2011.

È l’affresco dell’Appartamento della Guardia Nobile in Vaticano (1552-1555) a mostrare in corrispondenza della posizione attuale della villa, un piccolo edificio coperto da un tetto con due finestre al primo piano e nella parte inferiore un portico.

Si trattava probabilmente di un casino di caccia, le cui fondamenta sono ancora presenti nel seminterrato della villa attuale. Dopo la morte di papa Giulio III nel marzo 1555, il terreno diventa proprietà della famiglia Cesi che vi realizza una villa citata anche dal Montaigne nel suo elenco delle ville di Roma.

“Prospetto delle fontane nel giardino de’ signori Boromei” in G. F. Venturini, Le fontane ne’ Palazzi e ne’ giardini di Roma con li loro prospetti ed ornamenti, Roma 1683

“Prospetto delle fontane nel giardino de’ signori Boromei” in G. F. Venturini, Le fontane ne’ Palazzi e ne’ giardini di Roma con li loro prospetti ed ornamenti, Roma 1683

È un’incisione di Giovan Francesco Venturini, ottenuta probabilmente unendo più punti di vista, a testimoniare la realizzazione della villa tra il 1570 e il 1580. In essa si vede un prospetto architettonico formato da una serie di archi, inquadrati da un ordine di lesene e coronato da una balaustra. Nell’arco centrale, una cordonata conduce ad una terrazza soprastante, dove si riconosce l’accesso ad un edificio con una porta arcuata. Di quanto raffigurato nell’incisione, l’elemento ancora esistente è la cordonata d’accesso alla villa, che presenta una pavimentazione con fasce di pietra e mattoni disposti a spina, e con i basamenti ancora al loro posto.

L’inizio del XVIII secolo segna la decadenza della villa, come testimonia il contratto di vendita alla famiglia Sinibaldi del 1702: “gli edifici, le fontane e gli acquedotti erano in pessimo stato e la casa o palazzo in imminente rovina”.

Vasi, Le Ville e giardini più rimarchevoli, Roma 1757.

Vasi, Le Ville e giardini più rimarchevoli, Roma 1757.

Ai Sinibaldi si deve la ristrutturazione dell’edificio che divenne la residenza di campagna. Una delle testimonianze figurative principali di questo periodo è un’incisione di Giuseppe Vasi datata al 1757. L’edificio appare parzialmente visibile: da dietro il muro di cinta si distingue parte del prospetto, con due serie di porte e finestre e una cornice orizzontale a raccordare le finestre, fino alla lesena angolare, che arriva fino alla linea di gronda. Visibile l’ampia terrazza ancora oggi esistente.

La villa resta ai Sinibaldi per tutto il XVIII secolo, quando entra negli interessi del principe Stanislao Poniatowski. E' il 28 febbraio del 1800 quando la acquista e incarica l'architetto Giuseppe Valadier della ristrutturazione.

Ma questo ve lo raccontiamo la prossima settimana…

 

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