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Aiser - Un anno con gli dei Etruschi

Novembre e il dio Suri


Il Nero Signore

Fig. 1, Aita (trascrizione etrusca del nome Ade), una delle personificazioni del dio etrusco dell’Oltretomba, qui caratterizzato da una realistica pelle di lupo. Pittura parietale da Tarquinia, Necropoli Etrusca di Monterozzi, Tomba dell’Orco II, parete di fondo, IV secolo a.C. Credits wikimedia commons

Fig. 1, Aita (trascrizione etrusca del nome Ade), una delle personificazioni del dio etrusco dell’Oltretomba, qui caratterizzato da una realistica pelle di lupo. Pittura parietale da Tarquinia, Necropoli Etrusca di Monterozzi, Tomba dell’Orco II, parete di fondo, IV secolo a.C. Credits wikimedia commons

A novembre presentiamo Suri (la cui S iniziale si pronunciava come la “sc” di scena).

Era il compagno divino della dea Cavatha e agli occhi dei Greci e dei Romani - e forse anche degli stessi Etruschi - doveva sembrare molto vicino ad Apollo, anche se si trattava inequivocabilmente di una divinità dell’Oltretomba.
Questo dio così particolare nelle iscrizioni di culto viene chiamato anche con altri nomi, quali Rath e Manth e, a partire dal IV secolo a.C., compare anche come “Aplu” ovvero “Apollo” secondo la fonetica etrusca.

Suri è uno degli dei principali del santuario costiero di Pyrgi (attuale Santa Severa) e le caratteristiche del culto lo qualificano come un dio infero e oracolare. 

Fig. 2, Apollo cosiddetto dello Scasato. Altorilievo in terracotta modellata a mano e dipinta dalla decorazione del tetto del Tempio dello Scasato a Falerii (Civita Castellana), IV-III secolo a.C. (prima del 241 a.C.), Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma

Fig. 2, Apollo cosiddetto dello Scasato. Altorilievo in terracotta modellata a mano e dipinta dalla decorazione del tetto del Tempio dello Scasato a Falerii (Civita Castellana), IV-III secolo a.C. (prima del 241 a.C.), Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma

Nel santuario veniva venerato in coppia con Cavatha-Persefone, e anche questo conferma la sua assimilazione con Ade, il dio greco dell’oltretomba (fig. 1).

I fedeli gli offrivano piombo, un metallo infero per eccellenza, e punte di freccia o giavellotti, che simboleggiavano la capacità di scagliare fulmini (forse anche dal sottosuolo!). Il dio aveva anche una importante funzione divinatoria, ovvero era possibile interrogarlo per conoscere il futuro (fig. 3). Questa caratteristica doveva essere molto marcata e, insieme alle frecce, probabilmente era quella che più permetteva di accostare Suri ad Apollo (fig. 2), al punto che alcune fonti greche attribuivano il santuario di Pyrgi direttamente a quest’ultimo.

Fig. 3, Lastrina in bronzo con iscrizione “savcnes Suris” = di Suri propizio (?) da Viterbo, IV-III secolo a.C., Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma. Si tratta di una “sors” impiegata per interrogare la volontà divina. Di solito si utilizzava una serie di lastrine (o anche tavolette / gettoni) identiche con iscrizioni diverse, favorevoli e sfavorevoli: si inserivano tutte insieme in un recipiente e si procedeva ad estrarne una a caso o si riunivano in un mazzo e venivano lasciate cadere per poi interpretare la loro disposizione.

Fig. 3, Lastrina in bronzo con iscrizione “savcnes Suris” = di Suri propizio (?) da Viterbo, IV-III secolo a.C., Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma. Si tratta di una “sors” impiegata per interrogare la volontà divina. Di solito si utilizzava una serie di lastrine (o anche tavolette / gettoni) identiche con iscrizioni diverse, favorevoli e sfavorevoli: si inserivano tutte insieme in un recipiente e si procedeva ad estrarne una a caso o si riunivano in un mazzo e venivano lasciate cadere per poi interpretare la loro disposizione.

Il dio era venerato in diversi luoghi dell'Etruria e anche nelle vicine regioni; alcune località importanti portavano il suo nome, come Surrina, l’antica Viterbo, Soriano nel Cimino e il monte Soratte, la montagna sacra dei Falisci (consacrata alla loro divinità corrispondente: il Pater Soranus).

Secondo una suggestiva ipotesi, il significato del nome sarebbe legato al colore nero: in effetti il (dio) "Nero" o "Oscuro" sembra un modo appropriato per definire il signore degli inferi e forse si trattava di un epiteto che sostituiva il vero nome del dio, che (come spesso accadeva per le divinità infere nel mondo antico) si preferiva non pronunciare apertamente.

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