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Aiser - Un anno con gli dei Etruschi

Febbraio e il dio Fufluns


Il dio del vino che poteva concedere salvezza ai suoi seguaci

Fig. 1, Statuetta votiva in bronzo di Fufluns, 480 a.C.,  provenienza ignota, produzione etrusca settentrionale, Modena, Gallerie Estensi (foto Wikimedia Commons).

Fig. 1, Statuetta votiva in bronzo di Fufluns, 480 a.C., provenienza ignota, produzione etrusca settentrionale, Modena, Gallerie Estensi (foto Wikimedia Commons).

A febbraio, per il nostro secondo appuntamento, parliamo di Fufluns, dio del vino che poteva concedere salvezza ai suoi seguaci.
Questa divinità etrusca aveva una origine umbro-sabina e doveva essere legata alla vegetazione: infatti nel nome si riconosce la stessa radice di “flora “e “flos" (fiore).

Gli Etruschi assimilarono Fufluns a Dioniso, giunto in Etruria insieme con il vino di produzione greca e le relative pratiche culturali e sociali. Di fatto, il simposio diventò un segno distintivo delle aristocrazie etrusche.

Immagini, simboli e miti dionisiaci erano riprodotti sul vasellame greco di importazione e vennero utilizzati per caratterizzare le rappresentazioni di Fufluns.

La più antica testimonianza pervenuta è una statuetta in bronzo conservata a Modena nelle Gallerie Estensi: il dio ha un aspetto solenne, è dotato di barba e baffi ed è avvolto in una tunica e in un lungo mantello (Fig. 1).

Dioniso e Fufluns (per assimilazione) erano anche titolari di culti misterici: rituali segreti aperti solo a persone che avevano compiuto un percorso di formazione (gli iniziati), che promettevano salvezza dopo la morte. I misteri dionisiaci, nei quali avevano un ruolo importante le donne, furono molto popolari per secoli in tutto il bacino del Mediterraneo: bene accolti in Etruria, a Roma non venivano incoraggiati e nel 186 a.C. si cercò di reprimerli con delle leggi ad hoc. Gli iniziati potevano portare nella tomba alcuni oggetti speciali, come i recipienti da vino rinvenuti a Vulci con l’iscrizione “fuflunsl pachies velclthi” (di Fufluns bacchico a Vulci).

Villa Giulia conserva molti reperti decorati con immagini dedicate a Dioniso e alle sue vicende mitiche. Fra questi il modellino di tempio in terracotta (Fig. 2) rinvenuto presso la Porta Nord di Vulci, offre una testimonianza importante. Sul frontone è raffigurata la coppia Dioniso/Fufluns (raffigurato come un giovane imberbe) e Arianna, eroina cretese abbandonata da Teseo e poi diventata sposa immortale del dio. Non è chiaro se l’oggetto riproduca una struttura reale, documentando così l’aspetto di un tempio dedicato a Fufluns; in ogni caso, resta una preziosa testimonianza della fortuna del dio in Etruria.

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